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SOSTANZE REPROTOSSICHE
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SOSTANZE REPROTOSSICHE
DECRETO LEGISLATIVO 4 settembre 2024, n. 135
Il Decreto Legislativo 135/2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 226 del 26/09/2024, ha introdotto una serie di obblighi significativi per le imprese, modificando peraltro il DLgs 81/2008, in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Viene introdotto il termine di agenti reprotossici in aggiunta a quelli mutageni, cancerogeni e biologici, che possono arrecare rischi alla salute del lavoratore.
Il termine “reprotossico” si riferisce a una classe di sostanze chimiche che ha effetti negativi sul sistema riproduttivo, sia maschile che femminile. Queste sostanze possono compromettere la fertilità, causare aborti spontanei, malformazioni congenite o ritardi nello sviluppo del feto.
La classificazione di reprotossicità segue i criteri stabiliti dal Regolamento REACH (CE n. 1907/2006) e dal CLP (Regolamento CE n. 1272/2008), che definiscono specifiche categorie di pericolo (categoria 1A e 1B) in base alla gravità degli effetti sulla salute riproduttiva (frasi H360, H361, H362, H360d,..)
Sono poi definite le sostanze reprotossiche prive di soglia, per le quali non esite un livello di esposizione sicuro e quelle con valore soglia, per le quali esiste un livello di esposizione sicuro al di sotto del quale i rischi sono adeguatamente contenuti.
Il D. Lgs. 135/2024 impone alle aziende una revisione significativa delle loro procedure di valutazione e gestione delle sostanze chimiche, con un focus particolare sulla sicurezza e sulla prevenzione dei rischi legati alle sostanze reprotossiche.
Gli obblighi principali per le aziende sono:
- Valutazione dei rischi: obbligo di aggiornare la valutazione dei rischi derivanti dall’esposizione a sostanze pericolose, includendo le nuove categorie di agenti introdotte dal decreto.
- Formazione e informazione dei lavoratori: i lavoratori devono essere formati e informati adeguatamente sui rischi connessi all’uso di sostanze pericolose prima di iniziare l’attività.
- Sorveglianza sanitaria: obbligo di sottoporre i lavoratori esposti a sorveglianza sanitaria, compresa l’esecuzione di campionamenti in ambiente di lavoro, per monitorare l’impatto dell’esposizione anche a sostanze tossiche per la riproduzione sul loro stato di salute e aggiornare il registro degli esposti anche alle sostanze reprotossiche.
- Conservazione della documentazione: le aziende devono conservare per almeno cinque anni, dalla cessazione di qualsiasi attività che espone a sostanze reprotossiche, il registro delle esposizioni e le cartelle sanitarie dei lavoratori, garantendo la tracciabilità dei rischi e degli eventuali impatti sulla salute.
I nostri tecnici restano a disposizione per ulteriori chiarimenti.
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Tags: reprotossico, salute e sicurezza